lunedì 10 marzo 2008

Mas III

Sto cercando di prendere Mas nell’unico modo che merita. Con una dolcezza infinita. Voglio che con me si senta bene. Abbiamo fatto quattro chiacchiere, qualche volta, la sera. Lui vedeva la luce accesa in camera mia e mi chiamava da sotto: “How are you my friend?”. Io scendevo e parlavamo un pochino, una decina di minuti, mi chiedeva del’Italia, mi prestava CD. L’altro ieri sono capitata senza preavviso nella discoteca dove lavora, l’ho incrociato mentre portava bicchieri, e mi ha fatto un sorriso enorme. “Hold on, hold on, my dear!”. Ed è schizzato a salutarmi. Da parte sua percepisco un’affettuosità limpida, pulita, un modo semplicissimo di trattarmi bene.

Poi ieri sera ho visto una sua chiamata persa, pensavo volesse sapere se alla fine volevo andare allo Zen, magari poteva mettermi in lista. L’ho richiamato, “Sì guarda che veniamo”. E lui mi risponde con una voce tristissima. “Ok”. Che strano, mi dico, pensavo sarebbe stato contento. “Mas va tutto bene?” Silenzio. “Sort of”. “Cosa vuol dire sort of, è successo qualcosa?” “No Vivi, parliamone domani.” Silenzio. “Ma… hai provato a chiamarmi prima?”. “Sì.” Silenzio. “Mas sei sicuro di stare bene?” “Sort of... Parliamone domani, a dopo”.

Sono arrivata alla discoteca preoccupatissima, ovviamente. Lui era all’ingresso, credo che ci stesse aspettando. Ha fatto offrire l’aperitivo alle ragazze, mi e' venuto incontro mentre i miei occhi si abituavano al buio. “Che cosa c’è che non va Mas?”. Lui prova a dirmi qualcosa. “Today … birthday”. “Che cosa hai detto? Non sento, la musica è troppo alta”. “Today is my … birthday”. “Mas non ho capito bene”. Lui mi fa segno che fa niente, domani. E’ in quel momento che capisco che non può essere che una cosa. Il compleanno di suo fratello.

Tutta la serata non ho pensato ad altro. Pensavo al fratello, morto così giovane con una coltellata. A lui, che non aveva bisogno di questo ulteriore dolore in questa sua esistenza così difficile. E pensavo pure alla chiamata persa, al fatto che lo conoscevo da 3 settimane e ci avevo parlato 4 volte in tutto e lui stava chiamando me. Ma davvero non ha nessuno al mondo questo ragazzo?

L’ho rivisto stamattina, usciva dalla doccia, a piedi nudi nel sole accecante di quel guazzabuglio che è la loro casa. Due chiacchiere al volo, mi chiede della serata, bella la musica, vero? e' il dj dance piu' famoso di Treinidad. Poi scivola in camera sua e ne esce con un ritaglio di giornale che mi mette in mano. Una foto in bianco e nero di un ragazzo, un nome e un cognome, una data di nascita del 9 marzo, una data di morte del 2007. “Sai chi è?”, mi chiede. Inutile mentire, la storia la sapevo. “E’ tuo fratello”. “Oggi avrebbe avuto 25 anni”. Lo dice e gli trema la voce, gli leggo delle lacrime negli occhi, solo un secondo e poi basta, torna quello di sempre. Mette la musica alta, si sbuccia un’arancia, si soffia il naso nell’asciugamano, io penso che è troppo selvaggio. Alto, magro, tutto nervi e muscoli, vive in un buco che odora di chiuso con la tv accesa. Io sto malissimo, cerco di farmi venire in mente un modo qualunque per fare qualcosa per lui. “Mas, ho ancora mezzo barattolo di gelato, lo vuoi?”. Lo voleva.

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