Mi sento così provinciale, qui, ogni tanto. Faccio riferimento costante all’Italia, o all’Europa. Era una delle cose che avevo smesso da tanto tempo di fare. Si riconoscono subito i veri viaggiatori, quelli che assorbono in fretta lo spirito di un posto e ci si adattano, diventando simili ai locali, diventando uno di loro. Il requisito numero è non asciugare le persone circostanti con continui paragoni con quello che succede al proprio paese. Saltando in continuazione da una città all’altra avevo costruito una sorta di identità cosmopolita, che mi permetteva di trovarmi a mio agio un po’ in tutte le città internazionali e di saper parlare con disinvoltura con gli altri compagni giramondo. Con questo viaggio, mi sembra di essere drasticamente tornata indietro. A volte non vedo nessuna connessione tra la mia storia e quello che sto vivendo, e il mio modo per creare un gancio è spiegare a me stessa e agli altri l’origine del mio smarrimento. Per lo più si tratta di piccoli dettagli, micro-cose insignificanti della vita di tutti i giorni. Che imperdonabilmente faccio notare a chi mi sta intorno.
Ma che bello che qui fa sempre caldo. Pazzesco, qui i taxi costano pochissimo! In Europa c’è stata la moda dei balli latino-americani. Mi fa troppo ridere il suono dell’allarme delle macchine di qui, sembra un videogioco. In Italia Jennifer Lopez è un sex symbol ma in genere il tipo grissino va di più. Ah ma qui i taxi fanno le fermate e si prendono in comune? In Italia non si potrebbe mai avere una cucina all’aria aperta. Qui a Trinidad si comincia ogni singola conferenza con l’inno nazionale! In Italia avere un giardino è un lusso, qui ne abbiamo uno e non lo usiamo neanche. In Italia lo squalo non è un tipo di carne che mangiamo. In Italia su questo tema si farebbe un referendum. Tra l’altro questi sono i colori della bandiera italiana. Vorrei tanto un espresso. Esiste il pane fatto con il latte di cocco?!? Ma non ci sono bar normali a Port of Spain, bar in cui entri, ti siedi, ordini panino, acqua e caffè? Frasi che ho detto recentemente. Mi sono morsa la lingua ogni volta. Mi viene spontaneo, è per fare conversazione. Ma gioca a mio sfavore marcare continuamente le mie differenze. Come se si potessero dimenticare che sono infinitamente straniera.
venerdì 7 marzo 2008
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