Lisa tesseva in continuazione le lodi di Orisha, dicendole che lei era dotata, che era un genio, che dovevano lavorare insieme. E’ venuto fuori che Lisa era lesbica, o forse bisex, e si vedeva che cercava di adottare un atteggiamento seducente, si e' perfino cambiata davanti a noi. Riflettendo su tutto questo io e Orisha ci siamo poi rese conto che tutti stavano pensando che noi fossimo una coppia lesbica. Io femminile e lei maschile. Io che la seguivo ovunque, lei che mi stava sempre dietro. Abbiamo riso a quest’idea, ma il giorno dopo abbiamo avuto la conferma che ci avevamo visto giusto.
Durante i due giorni mi sono chiesta spesso che cosa volesse lei esattamente da Orisha. Informazioni? Contatti? Soldi? Sesso? Stava cercando di sedurla? Ne era attratta veramente? Quando siamo partite ci ha detto se ne andrà da quella casa per essere più vicina a Port of Spain, anzi che verrà a vivere nella nostra zona. “Ragazze io starò in affitto in città ma continuerò anche a mantenere questa casa…” (con quali soldi, con quali soldi?) “Volete restarci voi, per un mesetto, in questa casa da sole?”. Noi decliniamo, intimamente inorridite, e lei si decide a fare l’ultimo test. “Pensate che buffo, ieri mia figlia mi ha chiesto se voi siete una coppia…”
La nostra ultima scoperta e' stata che di fianco al televisore in camera nostra c’erano delle videocassette porno, proprio in cima a tutto il resto. Nessuno si era preso la briga di nasconderle. E c'erano tubetti di vaselina sul comò. Tutto in quella casa sembrava rimandasse sempre e inequivocabilmente al sesso. Abbiamo messo insieme gli altri tasselli. Ragazze vistose. Porte senza chiusure. Il capitano in casa, che probabilmente portava altri marinai. Piano piano stava venendo fuori un disegno che ci rifiutavamo di voler riconoscere. “Dove siamo finite, Vivian? E’ un bordello, questo? Possibile che lei sia una prostituta? Possibile che lei gestisca le ragazze che bazzicavano in casa oggi? Possibile che il campo di azione della sua ONG sia un business di prostituzione diretto da lei stessa?”
La mattina dopo siamo letteralmente fuggite in spiaggia, con i cellulari spenti per non farci raggiungere. Guardando le onde, ho cercato di pensare a una frase che condensasse l’esperienza alluncinante di questi due giorni. Forse la migliore è quella che è stata detta la prima sera, quando eravamo ancora meravigliate e felici di passare un fine settimana al mare. Lisa stava dicendo che l’AIDS colpisce tutti, ricchi e poveri. Il Capitano ha commentato saggiamente: “Everbody fucks”. E lei, sarcastica. “Up”.
martedì 25 marzo 2008
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1 commento:
Scusate...vorrei l'indirizzo preciso di quella casa...
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