martedì 1 aprile 2008

Rum

L'altra sera il ragazzo di Claire mi ha ufficilamente iniziata alla degustazione del rum.

Conoscendo Claire, non mi aspettavo affatto che il suo compagno fosse questo grosso, stravagante, rumoroso animale da festa con una vera passione per i liquori caraibici. Lei così perfettina, lui così sfrenato. Un'ennesima dimostrazione di quanto sono lontana dal capire questa gente. Ci hanno accolto a casa loro con l'aria disinvolta di chi ha sempre amici intorno, e quando Claire ha menzionato che io non avevo ancora assaggiato il rum locale lui mi ha detto senza esitare: "Seguimi". E mi ha portata in cucina.

"Ascoltami bene. Le vedi tutte queste bottiglie? Questa è la sezione dei rum. Ora io nel corso della serata te li farò assaggiare uno dopo l'altro, e alla fine tu mi dirai quello che ti è piaciuto di più". Salta velocissimo e prende una bottiglia mezza piena che stava in cima alla credenza. "Cominciamo con questo, di Barbados". Prende un bicchiere e lo immerge in una cassa di ghiaccio che casualmente stava in mezzo alla cucina. "E'un rum dolce, quindi lo mischio solo alla soda". Me ne fa un bicchiere pieno, e io lo assaggio subito. Non c'è che dire, è buono.

La serata intanto si comincia a scaldare, arriva gente, lui comincia a giostrarsi tra i suoi mille ingredienti liquidi e a preparare cocktails personalizzati per ogni invitato. Alla fine del mio bicchiere lo raggingo in cucina: "Grazie Miki, era buonissimo, un po' forte..." "Vuoi che ti prepari un cocktail un po' più leggero?" "Mah, veramente...", e lui mi fa l'occhiolino: "You want to stick to the rums, eh? I like that!! Ora quelli di Trindad. Prima prova questo, a me piace di più, anche se a maggior parte della gente preferiebbe l'altro". "Come mai preferirebbe l'altro?" "Perchè costa meno, è il Fernandez, il rum famoso dell'isola, molto più mainstream... Ora questo èun rum secco, te lo mischio a soda e ci metto un po' di coca per addolcirlo... E una spruzzatina di lime, pronta? Via!"

La sala ormai è piena, la gente chiacchiera, io parlo con la ragazza di fianco cercando di non perdere la concerntrazione sul mio prezioso drink. Faccio fatica a scendere sotto lo strato della coca e capire il vero sapore di questo rum più secco, e quando finalmente ci riesco non mi piace, mi sembra amaro. Poi però verso la fine del bicchiere capisco che in realtà è più buono di quello di Barbados. Interessante. Avanti un altro.

"Ora il Fernandez, lo devi provare...." e al primo sorso capisco la differenza tra il rum più buono e quello più diffuso, da espotazione. Mentre sorseggio questo terzo distillato incominciamo a giocare a tabù, e io tra me e me prego che il mio turno venga il più tardi possibile. A tabù ci ho giocato solo una volta, al liceo. Sobria. E in italiano.

Il gioco dei rum mi intriga più di quello delle parole. "Miki, fatto. Cosa mi fai provare adesso?" "Eccoci, ora un rum giamaicano". Come sempre riempie il bicchiere all'orlo, mi taglia una cannuccia e la infilza nel ghiacchio tritato. Io intanto chiedo spiegazioni. "Quale isola caraibica ha dato origine al rum?" "Il rum è diffuso ovunque, non c'è nessuna isola che può arrogarsene la paternità. Ma se ci dovesse essere, sarebbe la Giamaica, dato che è la prima che ha iniziato a coltivare la canna da zucchero... Bevi questo". Bevo un sorso e mi sembra subito di sentire un sapore speciale, molto aromatico, molto profumato...

Nella stanza accanto il gioco va avanti, arriva il mio turno, io non faccio male come temevo. Intanto Miki entra ed esce portando cocktail coreografici bianchi e neri per i nuovi arrivati, urlando le risposte a raffica e facendoci guadagnare punti. Io sento che l'alcohol mi sta un po' destabilizzando, e mi godo il mio stato di spensieratezza. La mia unica preoccupazione è la scelta. Sarò mai capace di decidere quale è il mio rum preferito? Sono tutti diversi, e tutti buonissimi...

Alla fine del quarto bicchiere sono ubriaca, ma per nulla al mondo vorrei smettere questo bellissimo gioco. "Miki ci sono". "D'accordo! Ora questo, della Guyana. Solo con soda." E versa generoso. Io lo assaggio, ma comincia subito a girarmi la testa. Mi manca la dolcezza della coca, ho paura di non riuscire a finire il bicchiere. E' di nuovo il mio turno per giocare a tabù, faccio del mio meglio per stare in piedi. Il gioco sta per finire, la serata è agli sgoccioli, e io mi concentro in un utimo sforzo per cercare di ricordare tutti i sapori, uno dopo l'altro.

Finalmente il gioco finisce, abbiamo perso. Nel casino generale tutti cominciano lentamente ad avviarsi verso casa. Io mi accorgo di non aver ancora deciso. Vediamo, il primo era buono, ma quello di Trinidad era forse meglio, e il giamaicano... Interrompendo i miei ragionamenti Miki mi chiede il verdetto. "Allora, signorina. Quale ti è piaciuto di più?". Io esito un attimo. "Sono tutti buonissimi, grazie infinite per questa esperienza... Forse quello che mi ha colpito di più è stato il giamaicano...". Lui sorride divertito e mi dà una pacca sulla spalla. "D'accordo Vivi. La prossima volta ti offro subito quello!"

Nel mio ultimo barlume di lucidità penso che è stato davero generoso da parte sua farmi assaggiarei suoi tesori. Storta e felice della vita, mi concerntro per imbroccare la porta e esco da quella casa.

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