martedì 15 aprile 2008

Scale

Giovedì Jesus è tornato a casa ubriaco. Stavo parlando con Orisha nel sottobosco quando lui è entrato dal cancello, lentamente, scoodinatamente. Si è avvicinato, e mi imbarazzava vederlo così. Non ce la facevo a continuare la conversazone, me ne sono dovuta andare. Mentre tornavo verso le mie scale lui mi ha seguita. Mi ha chiesto di sedermi sui gradini. Mi ci sono seduta. Si è seudto di fianco a me. Mi ha detto delle frasi.

Mi diceva che era attratto da me. Lo sapevo già, ne avevamo già parlato, a lungo. Mi teneva la mano. Mi diceva. You are so tender. Lo diceva lentamente, a bassa voce. Mi diceva che il problema era che non mi vedeva mai. Gli dicevo che non volevo vederlo in quello stato, che non capivo perchè si voleva fare del male da solo. Mi chiedeva perchè non mi piaceva. Una domanda a cui non è mai possibile rispondere. Mi guardava. Mi diceva. You. Are. The. Person. That. I. Wish. I. Had. Me lo diceva piano, e ogni parola era un pugno. Mi diceva queste cose, e io stavo malissimo. Gli dicevo che era una conversazione inutile perchè l'indomani non avrebbe ricordato nulla. Lui negava. A un certo punto mi ha perfino detto che mi ha sognata. Anzi. Che ha sognato che. Ero. Incinta. Di. Lui. Che. Ero. La. Madre. Di. Suo. Figlio...

Il giorno dopo mi ha chiamato alla finestra e mi ha chiesto di scendere. Era sobrio, e si è scusato per tutte le cose che non avrebbe dovuto dirmi.

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