lunedì 14 luglio 2008

Terry

Ha ventitre' anni e ha una figlia di tre. E' una delle tantissime ragazze madri di Trinidad, che combattono ogni giorno per tirare su i loro bambini in modo decente senza avere un uomo accanto. Al contrario della maggior parte dei casi, Terry non e' stata sola dall'inizio. Erano sposati ed erano felici, ma poi un brutto giorno di un paio di anni fa lui e' morto in un incidente di moto.

Terry e' bellissima, sembra una modella. Alta e filiforme, con un sorriso dolcissimo e un impareggiabile stile etnico nel vestire, che bilancia lunghe gonne multicolori e semplicissime cannottierine grezze bianche o nere, quasi maschili. E' cosi' filiforme perche' da bambina non mangiava mai. Le faceva impressione tutto cio' che conteneva grasso, mangiava solo verdure crude.

Jil era francese, di vent'anni piu' vecchio di lei. La bambina lo adorava, lo riconosceva dal suo odore immediatamente, anche quando lui rientrava a Trinidad dopo settimane di viaggio. Terry parla di lui in continuazione, non l'ha dimenticato. Ne parla con naturalezza, come se esistesse ancora, come se facesse ancora parte della sua vita di tutti i giorni. "Cucinava benissimo, mi ha insegnato a mangiare", mi ha detto un giorno. "Cucinava cucina francese, mi preparava ogni sera piattini deliziosi". Gli occhi le sorridono quando lo ricorda.

Me lo immagino, lui, quarantenne scrittore e giramondo, che si innamora perdutamente di questa ninfa dei caraibi, innocente e festosa, piena di fragilita' nascoste e paura del cibo. L'ha presa e l'ha curata, dolcemente, ogni giorno con un piatto diverso. Dapprima con gli ingredienti piu' semplici. Poi, una volta guadagnata la sua fiducia, ha cominciato ad aggiungere elementi piu' elaborati, introducendo nel su corpicino latte e uova, carne e pesce, e poi formaggi, sughi, salse, ripieni, creme e pate'.

Eravamo in un posto bellissimo, sulla spiaggia di Grand Riviere nella costa nord, in un ristorante pittoresco circondato dalla pioggia scrosciante. "Quindici giorni dopo che lui e' morto, mentre stavo traslocando, mi sono messa a vuotare il frigo", mi raccontava. "E in fondo in fondo sai cos'ho trovato? Un piatto con degli avanzi dell'ultimo gratin di scampi fatto da lui". Sorride. "Volevo buttarlo ma poi ho pensato. Questa e' l'ultima volta che posso mangiare qualcosa che lui ha preparato per me. E cosi' l'ho tirato fuori, l'ho scaldato al microonde, e in mezzo a tutti gli scatoloni mi sono mangiata tutto quello che restava, lentamente, in suo onore."

1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie :) Anche se da dei brividi e fa piangere.Ma grazie.