mercoledì 22 ottobre 2008

Il culto di Shango IV


A quel punto della celebrazione, era ora di offrire del cibo a Shango. Mi avevano spiegato che lui poteva accettarlo o meno. Se lo avesse accettato, tutto sarebbe andato per il meglio. Non mi hanno detto cosa sarebbe successo se non lo avesse gradito.

Olio, bacche e semi erano sparsi sul pavimeno. Zollette di zucchero bruciavano negli angoli. Tutti noi tenevamo in mano candele colorate la cui cera si scioglieva lentamente sulle nostre mani, sui nostri vestiti. Al centro dello spazio quadrato si agitavano gli impossessati. Ricordo nitidamente una ragazza che indossava un vestito rosso con pallini bianchi. Aveva vagamente l'aria di un pagliaccio. Lei era una delle persone possedute in modo piu' violento, si agitava in modo terribile, danzava in modo vorticoso.

Non sapevo bene che fare, i miei conoscenti mi davano istruzioni che io seguivo senza battere ciglio. Quando mi hanno invitata ad entrare una seconda volta nella cappella, ci sono andata mio malgrado. Mi hanno fatto posare la candela sul pavimento, esprimere un desiderio. All'uscita ci siamo dovuti inginocchiare, e abbiamo camminato in ginocchio fin dentro al quadrato mistico. Faceva un po' male, e soprattutto non volevo toccare quel pavimento. Non sapevo se mi piaceva quello che stavo facendo. Le persone intorno a me si preoccupavano per me, non volevano che stessi scomoda. Mi hanno proposto di sedermi, ma in fin dei conti io ho preferito restare in ginocchio, comportarmi come tutti gli altri.

Dei piatti erano stati preparatoi per Shango. Piatti colmi d'olio con dei piccoli pezzi indistinti di carne o verdura infuocati. Uno dei posseduti si e' avvicinato al piatto, ha preso in mano i fuochi e li ha mangiati. Shango aveva approvato il nostro cibo.

L'olio continuava a essere sparso, gli altri indemoniati tuffavano le mani nei piatti e poi accarezzavano i volti degli astanti. Io speravo che nessuno accarezzasse me, ma una signora indemoniata con le mani gocciolanti ha imbrattato d'olio tutto il mio viso. Eravamo tutti lucidi e unti e con un turbante in testa e col cuore che batteva. Un'altra signora andava in giro con un piatto fondo colmo d'olio e lo dava da bere a tutti. Tutti bevevano dal bordo dello stesso piatto, decine di persone. Quando si e' avvicinata a me, io non ce l'ho fatta. L'ho guardata con aria terrorizzata e ho fatto cenno di no con la testa. Non riuscivo a bere olio crudo poggiando le labbra su quel piatto lurido. Lei e' rimasta un po' delusa, poi mi ha fatto il segno di una croce sulla fronte ed e' passata oltre, gia' dimentica di me.

Piano piano, la musica ha cominciato a scemare, la luce del giorno era ormai forte. Ognuno ha ripreso possesso del proprio corpo, non c'era piu' olio da spargere. Erano le sette, il rituale era finito, e noi ci siamo incamminati lentamente verso la macchina.

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