Ci saro' andata un mesetto fa, ma il ricordo e' rimasto lucido e intatto nella mia mente come olio su tela. Gli swamps. Ovvero le paludi.
I Caroni swamps sono una grande palude pochi chilometri a sud di Port of Spain, che si visita su piccole barche di legno attaverso un intricato intreccio di rivoli verdi. Ci sono andata in gita domenicale con Lila e Mister K, e ne sono rimasta affascinata in modo infinatemtne superiore alle aspettative. L'inizio del nostro piccolo itinerario e' stato piu' o meno come previsto. La barca si spingeva lenta lungo il corso d'acqua circondato dalle mangrovie, c'era molta umidita' e pareva di essere protagonisti di uno di quei film stile Indiana Jones, in cui c'e' sempre una scena su un fiume tropicale. Ha addirittura piovuto, grossi goccioloni equatoriali, e noi tre ce ne stavamo stretti sotto la cerata, ridendo della nostra sfortuna metereologica. Poi pero' la pioggia e' cessata, e il paesaggio ha cominciato a modificarsi sotto i nostri occhi.
Senza alcun tipo di preavviso ci siamo ritrovati in un ambiente meraviglioso, che ci ha lasciato totalmente senza parole. Dietro un'ansa del piccolo fiume, si e' aperto un grande lago di palude, in cui la nostra barchetta piccolissima si sperdeva completamente. L'acqua era ferma e lucida, e rifletteva la foresta circostante in uno specchio perfetto. Tutto risultava magicamente e simmetricamente doppio. La Northern Range si vedeva in lontananza, verde e muschiosa. Piccole isole si rilazavano in mezzo all'acqua, brulicanti di vita e di foglie. Noi avanzavamo piano, lasciando nell'acqua un solco leggero che spariva subito, come se fossimo una barca fantasma, come se fossimo un ologramma.
La cosa piu' bella era il cielo. Grande, limpidissimo, aperto. Lo guardavamo da sotto, sentendoci schiacciati sulla superficie lucida dell'acqua. Era tardo pomeriggio, il celeste perfetto era striato di nuvole ampie e stracciate, inconsistenti e drammatiche. Cielo lontano e immobile, come un grande telo dipinto al confine di un'immensa cupola vuota. La luce era chiara, fresca, argentata. Il silenzio era impossibile. L'aria era immobile e pulita, sembrava che tutto fosse scolpito nel vetro. Si avvicinava l'ora del tramento, e la barca si e' fermata in un punto qualunque per una buona mezz'ora. Noi siamo rimasti in silenzio, ad ammirare il lento declinare della luce verso sfumature luminescenti d'oro e di rosa.
Ogni tanto quell'ambiente magico di acqua e di luce veniva solcato dagli scarlet ibis, uccelli simbolo di Trinidad e Tobago. Animali bellissimi, un po' simili ai fenicotteri rosa, con la differenza che sono un poco piu' piccoli e che - come dice il nome - sono scarlatti. Un rosso fiamma di una tonalita' irripetibile. Gli scarlet ibis tornano sempre agli swamps al tramonto, dopo essere stati per tutto il giorno alla ricerca di cibo in Venezuela. Ne abbiamo visti tantissimi, che volavano in piccoli gruppi allineati, rossi ed eleganti attraverso il cielo terso. Nessuno osava parlare, li puntavamo solo con il dito, appena ne vedevamo uno nuovo.
Ce ne siamo stati li', avvolti da quell'incantesimo, senza pensare a nulla. Lasciavamo solo che la sera si sviluppasse sotto i nostri sguardi attenti. Minuto dopo minuto, tutto si gonfiava di pigmenti dorati e di riflessi iridescenti.
martedì 7 ottobre 2008
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