Piu' si conosce una persona, meno si riesce a descriverla. E forse non mi e' nemmeno mai interessato descriverlo qui. Pero' l'episodio del tiramisu' e' un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, perche' nella sua semplicita' dice tantissimo.
Allora. Io gli ho fatto un tiramisu. "Vuol dire lift-me-up", gli dicevo mentre mescolavo gli ingredienti nella sua caotica cucina. Lui mi guardava sospettoso e rimaneva in silenzio. Mister K e' uno che i favori ama farli ma non riceverli, a meno che non li richieda espressamente. Il tiramisu non lo voleva. "Ma guarda che poi ti piace". "No". "Ma l'hai mai provato?". "E' quel dolce fatto di custard?" "Se l'hai mangiato con la custard era un tiramisu' tarocco, vedrai che quello originale ti piace", gli dicevo fiduciosa.
Non e' molto facile trovare i savoiardi a Trinidad, e figuriamoci il mascarpone. Ero dovuta andare in un sorta di boutique dell'alimentazione, dove secondo la colorita definizione di Mauro "me l'hanno fatto pagare caro come se fosse cocaina". Ho usato il caffe' del Costa Rica perche' qui e' cattivo, e la caffettiera moka che mi ha regalato un'amico vedendomi disperata. Insomma ero riucita a trovare tutto. L'ho preparato, gliel'ho messo in frigo. Voila'. Ero soddisfatta.
Lui quella sera non lo assaggia, e' pieno. Il giorno dopo neanche. Torno dopo 3 giorni, il tiramisu e' ancora tutto li'. "Ma non lo hai neanche assaggiato?" "Aspettavo te per mangiarlo insieme". "Beh ora sono qui". "Ma adesso non ho voglia di dolci". E va bene. Torno dopo altri giorni , apro il frigo, e lo trovo ancora li', tutto intero. Mi sembra il teatro dell'assurdo. Ci rimango male, mi arrabbio. "Va bene, se non lo vuoi mangiare tu lo mangero' io prima che sia da buttare via...", gli dico prendendone una porzione dopo cena. Lui sbircia, decide di assaggiarne mezzo cucchiaino, mi dice "buono", poi me lo ripassa. Ero furiosa.
Passano altri giorni, non succede nulla. Ogni tanto lancio qualche frecciatina, tra il serio e il faceto, a cui lui non risponde. Dopo 2 settimane, lui decide finalmente di affrontare la questione. "Guarda Vivi, devo essere onesto. Il tiramisu' non mi piace. E' proprio quella cosa fatta di custard, l'ho gia' assaggiato in passato e non mi piace proprio". Io ci metto qualche secondo a metabolizzare l'informazione. Poi respiro. In un certo senso mi sento sollevata. Ok, non gli piace. In fondo me lo aveva detto. Non e' che non lo vuole assaggiare. Non e' che mi vuole fare un dispetto. Non e' che non si fida di me. E' che non gli piace. Va bene. Lo accetto. Chiusa la questione.
Una settimana dopo, mentre ci si incontra un pomeriggio qualunque, succede l'inaudito. Me lo ricordo benissimo, eravamo in macchina di fianco alla Savannah. Lui a un certo punto mi dice con voce neutra, come se fosse la cosa piu' normale del mondo. "La sai una cosa? Ho mangiato tutto il tiramisu'". Io mi volto e lo guardo con gli occhi sgranati. "No way". "Si' si', era buonissimo. Non l'ho diviso con nessuno, l'ho mangiato tutto io". Io penso che mi stia prendendo in giro. "Non e' vero, l'hai buttato". "Nonono, l'ho assaggiato l'altro giorno, e ho scoperto che e' diverso da quel dolce di custard. Mi piace tantissimo. Anzi, mi e' dispiaciuto che tu ne avessi gia' mangiato un bel po' in queste settimane. Mi sono quasi sentito tradito!", mi dice scoppiando a ridere. Mi metto a ridere anche io e penso. Lo strozzo a mani nude o lo sciolgo nell'acido muriatico?
venerdì 5 settembre 2008
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1 commento:
Penso che questo racconto e il piu stranamente ''delicioso'' del tuo blog. ;)
Quanto e pazzesco come certe persone mettono le mani in avanti anche per un semplice dolce.
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