venerdì 26 settembre 2008

Panyard

Finalmente sono andata in un panyard. Ne avevo letto descizioni un po' ovunque, tutte le guide raccomandano di visitarne almeno una durante un soggiorno a T&T. Qualche venerdi' fa mi e' capitata l'occasione.

Un panyard e' un pan-yard, cioe' letteralmente un cortile (yard) dove si suona lo steel-pan (o piu' seplimcemente pan). Lo steelpan e' uno strumento a percussione trinidino che vanta l'insolita caratteristica di essere melodico, oltre che ritmico. Lo strumento in se' consiste un una specie di semisfera metallica, che si suona con stecchini (tipo xilofono) nella parte concava. Il suono e' acuto, morbido e argentino. Lo steelpan e' nato nella comunita' africana, che ha sviluppato l'idea di usare fondi di barili metallici come strumento musicale. Lo steelpan si e' poi gradualmente evoluto, raggiungendo la piena maturita' dopo l'indipendenza nel 1962, diventanto cosi' il piu' giovane strumento musicale del mondo . Oggi lo steelpan si usa soprattutto intorno a Carnevale, quando si fanno vere e proprie (e a quanto pare interminabili!) gare musicali intorno alla Savannah. Inoltre molti gruppi musicali dei generi piu' svariati lo aggiungono come strumento di accompagnamento per dare un dolce e squillante tocco autoctono ai loro concerti.

Lo steelpan si suona tradizionalmente in grandi gruppi nelle panyards, che si trovano tutt'al piu' nel quartiere di Woodbrook. La sera in cui sono andata si sono esibiti tre o quattro bande di grandezza diversa. La migliore e' stata la prima, in cui suona tra l'altro il piu' grande pannist di Trinidad (e quindi del mondo), che ci ha deliziato con degli assoli da togliere il fiato.

Come al solito la cosa piu' interesante di quest'esperienza e' stata l'atmosfera. Quando mi avevano detto che si trattava di un "concerto", mi ero aspettata un presentatore, sedie e palco e applausi alla fine. E invece come sempre e' stato tutto diverso. I cancelli di questo grandissimo cortile erano aperti, e la gente andava e veniva in tutti i momenti, senza ordine, senza biglietto di ingresso, senza ora di inizio ne' ora di fine prefissata. C'erano stands col cibo in un angolo e sedie sparse di cui ci si poteva appropriare. Si poteva chiacchierare, mangiare, bere e scherzare mentre le bands suonavano. E il pubblico era davvero eterogeneo, come raramente si vede nella classista Trinidad. C'erano vecchietti che seguivano con il dito indice il susseguirsi delle note, come immaginari direttori d'orchestra. Gruppuscoli di ragazzi del microcosmo intellettuale che si incontrano a tutte le feste. Staff ONU con rispettivi mogli e mariti. E perfino barboni, perche' no? Si vede che anche nella comunita' dei senzatetto si era diffusa la voce dello spettacolo nel panyard, e loro hanno intrapreso la traversata di Port of Spain, da Downtown a Woodbrook, per farsi due passi di danza.

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