venerdì 28 novembre 2008

Lost (on the desert island)


Ieri si parlava. Se io stessi qui. Che cosa succederebbe.

Arrivando dall'Europa con tutte le mie carte, masterizzata e stagizzata a piu' non posso, avendo fatto di tutto e di piu' rigorosamente non pagata in ONG, organizzazioni internazionali, lobbies e universita', ho piu' qualifiche e piu' esperienza della maggior parte dei miei coetanei trinidni. E poi ho anche voglia di lavorare, che rarita'. Non sarebbe difficile fare strada sull'Isola, in cui c'e' molto bisogno di personale qualificato, girano un sacco di soldi e i cervelli sono in fuga. Nel giro di qualche anno sarei sistemata, probabilmente con un lavoro migliore di qualunque cosa potrei ottenere nello stesso lasso di tempo nell'ultracompetitiva Europa. E poi qui e' un buco, basta entrare nei giri giusti ed e' fatta. Per uno straniero non e' difficile, siamo quattro gatti. La scala sociale si sale in fretta. E poi via, una bella vita ai Caraibi. Con una casa vera al posto che una stanza, una macchina per muoversi, una minima di soldi per viaggiare. Il mare a quattro passi, l'estate tutto l'anno, quel paio di amici giusti che mi ritrovo e Mister K. Sembrerebbe perfetto, no?

E invece no, certo che no. Chi ci vuole stare in questo buco? In quest'isoletta grande quanto un quarto della Sardgegna? In cui non c'e' cultura, non arriva nemmeno un film europeo, uno straccio di mostra d'arte godibile, si ascolta solo musica soca e rap Giamaicano? In cui l'evento che tutti aspettano e' il Carnevale, il baccanale della sessualita' esibita nell'orgia collettiva che dura tre giorni di fila? In cui i quotidiani sono di livello infimo e nessuno sa cosa succede nel mondo? In cui c'e' talmente tanta criminalita' che si ha paura a mettere il naso fuori casa la sera, specie se si e' donne? Provinciale, arretrato, terzomondino. La gente non ha gusto. Con le ragazze che ti odiano e i ragazzi che ti vogliono e i pettegolezzi che ti montano intorno a tua insaputa. Con la noia del non sapere mai che fare. E poi il mondo e' cosi' grande! Dove li metto i miei sogni? Il medio oriente? La carriera internazionale? Fare qualcosa di grande, di globale, di esaltante...

Poi mi ricordo che non ho nulla in mano, che se torno in Europa adesso probabilemnte mi dovro' rimettere in giro a mandare decine di CV per stage e affini, e tante grazie se ti rispondono di no. Magari qui si potrebbe prolungare un attimo, il tempo per capire... E per non ritrovarmi ancora punto e a capo a rifare tutto in un'ennesima citta' del mondo. A ricominciare da non-conosco-nessuno e devo-trovarmi-una-casa...

1 commento:

Silvia ha detto...

Solo ora visualizzo la fotografia di questo post.
Sei meravigliosa!