martedì 11 novembre 2008

Guyana: prime impressioni

Dopo mesi e mesi, sono finalmente uscita da Trinidad. Eccomi nella misteriosa, inconsueta, tenebrosa Guyana, per una settimana di esotica fuga. Cosa si sa della Guyana prima di arrivarci? Il primo paese della tripletta Guyana-Suriname-Guyana Francese che ci si chiede se esista davvero o se invece sia una burla dei geografi, tanto poco se ne sente parlare.

La Guyana e' un paese caraibico, non sudamericano. Si parla inglese, e come a Trinidad la popolazione e' mezzo africana e mezzo indiana, con la differenza che qui le tensioni etniche sono piu' forti. Il paese e' povero, costituito in gran parte da foresta Amazzonica e quindi pressoche' disabitato. E' sotto al livello del mare, e per questo fa un caldo umido, melenso e tropicale che fa svenire facilmente. Nulla a che vedere con il bruciore crepitante e ventoso di Trinidad. Le attivita' economiche sono essenzialmente due: la canna da zucchiero e il traffico di droga. E da questo gia' si capisce la schizofrenia del tessuto sociale.

La cosa piu' bella che ho visto finora in Guyana sono le case. Coloniali, chiare, articolate in portici di ombrosa eleganza. Parzialmente simili a quelle di Trinidad, con la differenza che qui molte costruzioni sono fatte interamente di legno, da cima a fondo. Un'impalcatura di legno, coperta di listelli bianchi di legno, sovrastata da un tetto colorato, sempre di legno. Sono strane, ariose, leggerissime. Sembrano modellini di case in miniatura magicamente trasformate a grandezza naturale. Alcune sembrano proprio quattro pareti in legno vuote dentro. Soprattutto quando passando in macchina si sbircia attraverso le finestre, si intravede una fila di ulteriori finestre sulla parete retrostante, e dietro a loro volta appaiono gli alberi. Inoltre molte case sono rialzate, a causa delle possibili inondazioni. Sembrano palafitte sulla terraferma. Oppure sembrano case normali il cui piano terra e' stato sventrato, e vi si puo' stare in piedi guardando la strada o sdraiati su un'amaca.

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