La cosa piu' brutta che mi e' sucessa a Trinidad e' stata la perdita di Orisha. Finalmente settimana scorsa abbiamo litigato, e cosi' la cosa si e' definitivamente chiusa.
Non posso dire che fossimo "amiche", ma stavamo bene assieme in misura sufficiente da condividere molto del nostro tempo libero. Parlavamo di tutto, di Trinidad, di lavoro, di poesia, di sentimenti. Frequentavamo la stessa gente, o piuttosto io frequentavo la gente che lei mi presentava, e mi ci trovavo bene. Siamo andate insieme a mille concerti. Lei mi offriva sempre le sue arance. Le ho regalato una piantina che ancora oggi lei innaffia. L'ho truccata per il suo colloquio di lavoro, l'ho aiutata a scegliere i vestiti. Lei cantava per me e mi invitava ad andare al Globe i pomeriggi delle domeniche in cui non c'era nulla da fare.
Poi c'e' stato Tobago, a fine maggio, un weekend regalato da Wilma. Nel baricentro temporale dell'evoluzione affettiva col Mister, che per motivi contingenti e completamente estranei Orisha ha invitato a unirsi a noi per questo breve trip. E lui e' venuto, e io e lui abbiamo parlato, e Orisha si e' trovata davanti agli occhi la lampante verita' che a sua insaputa noi ci eravamo sentiti per tutti quei mesi e c'era una tensione strana tra noi. Non so quale sia stato il problema. Si e' sentita tradita perche' non l'avevo resa partecipe della cosa? Si e' sentita isolata perche' una sera ci siamo presi un'oretta per parlare da soli? Si e' sentita smarrita perche' non aveva previsto nulla? Era gelosa di me? Era gelosa di lui? So solo che d'un tratto ha smesso di parlarmi, ha smesso di rivolgermi la parola, ha cominciato a trattarmi male. Io non ho reagito con rabbia, anzi al contrario. Ho lasciato che mi ferisse, in modo forse un po' masochistico. Quella e' stata la prima volta che ho visto K arrabbiato. Eravamo in macchina noi tre, lui era furioso per il modo in cui lei si stava comportando nei miei confronti, l'ha accusata, l'ha sgridata, l'ha zittita. Io non ho detto nulla. E Orisha al posto che odiare lui per il modo in cui la stava umiliando, ha deciso di odiare me ancora di piu'. O almeno credo.
Al ritorno da Tobago lei mi ha messo in guardia, mi ha detto di non fidarmi di lui, perche' "Il solo motivo per cui lui manifesta interesse per te e' il colore della tua pelle, le bianche non sono altro che un trofeo da esibire". Credo fosse in buona fede, credo lo credesse davvero mentre lo diceva. Forse ci e' rimasta male perche' non le ho creduto, perche' non ho seguito il suo consiglio. Forse. Nei giorni successivi io ho cercato di parlare dell'accaduto, lei si e' sempre rifiutata. "Non c'e' nulla da dire su Tobago". Io le dicevo che tra amici le cose si chiariscono. Lei rispondeva che non siamo mai state amiche.
Il suo silenzio non e' venuto di botto, si e' sviluppato col tempo. C'era della freddezza prima della mia partenza per l'America Centrale, che si e' traformata in totale indifferenza dopo il mio ritorno. Forse perche' stavo meno tempo con lei, perche' ho cominciato a uscire con altre persone. Forse perche' sentiva il rumore della macchina di lui davanti casa quasi tutti i giorni, e mi sentiva scendeve veloce giu' dalle scale. Eppure io ho provato piu' volte a bussare alla sua porta, a chiedere come le fosse andata la giornata. A invitarla qua e la'. Lei rispondeva a monosillabi, respingendomi. Dopo un po' ha anche smesso di dirmi "ciao" quando ci incrociavamo nel sottobosco. Ultimamente non reagiva nemmeno piu' quando la salutavo, si voltava dall'altra parte. Non era piu' indifferenza, era proprio odio.
Qualche giorno fa le ho chiesto what the fuck is wrong with you. Questo e' l'unico tono con cui si piu' essere presi sul serio da lei, la gentilezza non ha mai avuto nessun effetto. Lei ovviamente ha risposto con insofferenza che non c'era nulla, era tutto a posto. "Perche' hai smesso di rivolgermi la parola da un giorno all'altro, out of the blue?" Lei mi ha guardata con aria di sfida, scegliendo con cura le parole che pensava avessere piu' effetto distruttivo su di me. "Vivian, io non ti devo proprio nulla. Sei semplicemente una che sta in casa di Wilma. Ho fatto il mio dovere all''inizio, ti ho fato vedere una minima la citta', ti ho presentato due persone, ora mollami. Tu non sei nessuno per me". Io le chiedevo da dove venisse tutto questo astio. "Cosa ti ho fatto, Orisha? Ci sara' pure una cosa che ho fatto perche' tu abbia smesso di salutarmi. Dimmi che cosa, forza, dimmi cosa ti ho fatto". Lei svincolava, io la incalzavo. Un dialogo fra sordi. Alle mie domande rispondeva cose che non c'entravano nulla. Io ero dura, come lei non e' mai stata abituata a vedermi. Sono passati, i mesi della mia fragilita' iniziale.
"Orisha, all I want is to have a normal human interaction with you since we live in the same house. I don't want to go out with you, I don't want to lime with you, I don't give a shit", le ho detto sperando di chiarire una volta per tutte la situazione. E a quel punto e' successa una cosa che mi ha sopresa terribilmente, tanto che ancora adesso non me ne capacito. L'ho vista ferita, nella voce, negli occhi. "So, you don't give a shit! Finally you expressed your true feelings! Ok Vivian, goodbye. You can be happy at least I said goodbye to you today". Ed e' uscita di scatto, sbattendo la porta.
martedì 16 settembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Sembra come un ricatto sentimentale da parte sua, come spingere la persona che ami ad adiarti per fare uscire le parole che temi di sentire ''i don't give a shit''.
Cosa ne pensi ora che e passato un meso o due ? E sempre la stessa situazione fra voi due ?
Posta un commento