Trinidad ha risvegliato lati del mio carattere che non si manifestavano dal tempo dell'infanzia. A volte mi sembra di mordere una madelaine. Tutto torna indietro a quando ero bambina, a piedi nudi in Sardegna. Ho passato estati su estati vicino al mare, annusandone l'odore nel vento, giocando nell'acqua per ore di fila immaginando di essere una sirenetta. Tutta la natura era meravigliosamente aspra e rovente. I gigli selvatici che crescono nella sabbia, i cumuli di alghe binchi di salsedine, le pietre appuntite che tagliano i piedi, l'odore del mirto, la luce gialla del mezzogiorno. I rovi che graffiano le gambe, le rocce su cui arrampicarsi, il vento potente di maestrale. Le bacche, le olive, le querce da sughero. I cespugli di rosmarino. Io mi sentivo immensamente selvatica.
Qui a Trinidad a volte provo emozioni simili. Quando sto sulla spiaggia fino a dopo che tramonta il sole, quando non rimane piu' nessuno e la luna spunta sopra alle montagne. Quando sono le 3 di notte e si decide che e' troppo presto per tornare a casa. Quando ci si schianta sulle onde alte, quando si va a Macaripe la mattina presto. Quando si balla tantissimo, quando si va a una festa di sconosciuti. La stessa sensazione di liberta', di capelli salati e scompigliati e graffi e pelle bruciata. Terry me lo dice sempre, quando torniamo dalla spiaggia. "Tu sei bella cosi'. Non con i capelli lisci e con una piega perfetta. You belong just as you look right now".
domenica 8 febbraio 2009
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