venerdì 30 gennaio 2009

ONU I

In questo blog mi sono sempre trattenuta dal fare due cose. Parlare della mia intimita', e parlare del mio lavoro. Ora che il mio lavoro sta per finire, ho deciso di sbottonarmi un pochettino e di concedere qualche spazione di riflessione sul sistema delle Nazioni Unite.

In un anno seduta alla scrivania di UNDP si vedono molte cose, e invariabilemente si va altalenando da momenti di fiducia a momenti di disillusione, perdendo il conto degli uni e degli altri. Ecco qualche punto delle mie conclusioni.

1. La stragrande maggioranza di persone che lavorano all'ONU sono bravi professionisti. E' il sistema che e' un casino. La burocrazia, l'inefficienza paralizzante.

2. Il fatto che il sistema funzioni male non deve sollevare critiche banali. Lo sviluppo e' una cosa complicata. Non e' come lavorare in azienda, in cui alla fin fine l'obiettivo e' fare si' che i ricavi siano piu' alti dei costi. Nello sviluppo di parla di cambiare la mentalita' di milioni di persone. Di influenzare governi corrotti che sbandierano la loro sovranita' contro ogni argomentazione. Di aiutare le schiere di gente senza educazione e con la pancia vuota a trovare la forza di voler cambiare le cose. Non e' esattamente una cosa semplice.

3. Un paese ricco e' infinitamente meno influenzabile dal mondo internazionale di un paese povero. Se poi si tratta di un'isola dalla mentalita' chiusa, ancora peggio.

4. In un paese piccolo, non ha senso che ci siamnno 9 agenzie ONU (e 2 non-residenti), ognuna composta da una manciatina di persone. Per quanto siano bravi, tutti i loro sforzi vanno in amministrazione. Ci dovrebbe essere un ufficio solo, con un solo programma coerente. Ora come ora l'unico tentativo di una programmazione congiunta e' il fallimentare UNDAF, un documento fatto di giochi di parole. In realta', ogni agenzia segue la sua agenda, perche' i capi sono valutati dai loro singoli quartieri generali.

5. Il concetto che un paese ricco debba pagare l'ONU sul proprio territorio non puo' funzionare. Perche' a quel punto l'ONU diventa una societa' di consulenza, e non piu' un donatore. E se il governo ha bisogno di consulenti, se li puo' trovare da solo, senza dover pagare ne' ringraziare nessuno, tanto i soldi ce li ha. E poi, dove finisce la neutralita' dell'ONU, se viene mantenuto dal governo?

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