domenica 7 dicembre 2008
The perfect night II
Venerdì notte è cominciata alle 9 di sera a Paprika, bevendo un bicchiere di vino con una coppia di giovani giornalisti appena sbarcati a Trinidad per scrivere un libro. Ed è finita alle 11 del mattino seguente, dopo aver mangiato una cheese cake nel parcheggio di Ellerslie Plaza con Terry per un ultimo sugar rush che ci consentisse di riuscire ad arrivare sane e salve fino a casa senza addormentarci in macchina. Una notte infinita in cui ha fatto, visto, conosciuto mile nuovi posti e persone, in un caleidoscopio di impressioni impossibili da sintetizzare. Come quando ci siamo avventurati nelle rovine del vechio hotel scomparso nella foresta, e abbiamo fatto foto artistiche in cui noi eravamo solo ombre contro il muro di vegetazione che mangiava le colonne. O quando ci siamo trovate al club 51 senza aver ben capito chi avesse pagato il nostro ingresso e le nostre birre e abbiamo ballato e ballato e ballato con gli amici Venezuelani che conoscevo solo per telefono. O quando Ferdinando mi raccontava in Spanglish della sua bambina di quattro anni che lo aspetta a Città del Messico, e il suo amore segreto per una ragazza che ha conosciuto in Brasile e la sua solitudine di viaggiatore che lo fa struggere di nostalgia di casa quando naviga, e di nostalgia del mare quado è a casa, mentre l'alba saliva su S. James e il cielo era color cobalto. Quando siamo arrivate allo Squeeze giallo giusto per fare un saluto e siamo state inghiottite e rapite dalle urla e dalle risate di quello strano gruppo di amici di amici di amici. Quando ho incontrato a sorpresa Sissy e Felix e ci siamo abbracciati nel rumore. Quando a Macaripe alle sette del mattino questo ragazzo che non avevo mai visto nella mia vita ha deciso che io era la persona a cui in quel momento lui voleva dire tutti i suoi segreti, e mi ha raccontato della sua sessualità e dei suoi desideri e di sua madre e suo padre e dei suoi fallimenti e attese e insicurezze sul suo corpo, sulla sua mente, sulla sua esistenza intera e io lo ascoltavo e lo capivo mentre le onde mi scrosciavano davanti. Quando ho conosciuto Kuss e non mi ricordo di cosa abbiamo parlato ma lui era gentilissimo. O quando ci siamo arrampicati su quella scala arrugginita e siamo saliti sul tetto della casa rotta a picco sul mare e abbiamo guardato l'orizzonte in silenzio. Quando abbiamo camminato stanchi e sporchi nella Bamboo Cathedral e ha cominciato a piovere a dirotto. Oppure quando Terry mi è passata a prendere alle 9 di sera, mi ha urlato buongiorno principessa e mi ha lanciato da oltre la siepe il mio regalo di Natale.
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